Il panorama umano di questi ultimi anni è segnato da fragilità non solo economiche, ma soprattutto sociali, con conseguenze e sviluppi talvolta anche drammatici, basti pensare a tutto l’enorme e complesso fenomeno legato all’immigrazione che porta con sé molte problematiche alle quali si fatica a dare soluzioni mirate. Spesso è chiamato a intervenire il terzo settore, come nel caso dell’Associazione Micaela Onlus che gestisce e promuove servizi in risposta a quelle emergenze che nel corso dei decenni hanno colpito la società causando sofferenza e disagio.
Anche in questi anni difficili e complessi l’Associazione ha attivato progetti e investito risorse per rispondere sempre al meglio alle nuove richieste di aiuto da parte dei soggetti più fragili.
L’Associazione Micaela Onlus (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) è stata fondata, il 14 settembre 1999 dall’istituto religioso femminile delle Suore Adoratrici Ancelle del Santissimo Sacramento e della Carità, per la presa in carico delle giovani donne che, purtroppo, sono vittime di prostituzione.
In Italia l’Associazione gestisce case di accoglienza a Bergamo, Bari e Roma. È impegnata nella progettazione pedagogica e svolge attività socio-psico-educative a favore di donne immigrate vittime di tratta e di grave sfruttamento, prostitute e donne sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria limitativi della libertà personale, sotto forma di misure alternative alla detenzione.
Le attività dell’associazione hanno come finalità l’inclusione sociale dei soggetti vulnerabili, promuovendo l’interculturalità come arricchimento e maturazione nel perseguimento di una convivenza basata sul rispetto e sullo scambio.
La tutela dei diritti umani e i principi che ispirano gli interventi riguardano il valore della libertà individuale, il diritto alla vita, all’autodeterminazione, a un’esistenza dignitosa, alla libertà religiosa, al libero movimento, alla salute, alla casa, al lavoro e alla tutela giuridica.
L’Associazione Micaela Onlus opera, inoltre, nell’identificazione, nella tutela, nella presa in carico e nell’empowerment delle donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio, attività illegali, matrimoni forzati e in condizioni di forte vulnerabilità sociale.
In particolare, in Puglia, l’associazione è operativa con l’Unità di strada “Azalea” che si rivolge a donne immigrate e transgender o transessuali in prostituzione e vittime di tratta. I luoghi di intervento sono le strade a lunga percorrenza e le strade provinciali che collegano i Comuni della Provincia di Bari e della Provincia di Taranto effettuando una ricognizione conoscitiva delle condizioni in cui viene svolto il lavoro sessuale e delle caratteristiche che contraddistinguono il fenomeno nelle sue dislocazioni sul territorio, fornendo un’opportuna informazione circa la tutela della salute in generale, la prevenzione sanitaria rispetto all’HIV e a altre malattie sessualmente trasmissibili e gli accessi possibili ai servizi pubblici e del privato sociale tramite un servizio di accompagnamento che promuove l’autotutela delle persone che si prostituiscono, fornendo loro beni di prima necessità, counseling telefonico e supporto psicopedagogico, mediazione linguistica culturale, mediazione sociale e attività di advocacy e di networking nell’ambito dell’immigrazione, della tratta e della violenza di genere.
Lo sportello Social Desk, invece, situato nella città di Bari nei pressi della stazione centrale (sede caritas diocesana Bari-Bitonto, viale Ennio) svolge attività di ascolto, orientamento, counseling sociale e presa in carico leggera di donne e transessuali potenziali o vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio, matrimoni forzati, economie illegali, anche richiedenti protezione internazionale. Sono spazi di incontro e luoghi protetti dove poter essere ascoltate, informate e orientate, garantendo la privacy e la riservatezza.
La Comunità Micaela, situata in provincia di Bari, è una struttura di accoglienza residenziale (rif. art. 18, Decreto Legislativo n. 286/1998) nata con l’obiettivo di accompagnare donne vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento che abbiano eventualmente già beneficiato
di misure di prima assistenza in un percorso di assistenza di secondo livello, teso a favorire la loro integrazione sociale in Italia o il loro rientro volontario assistito nel Paese di origine.
Ultimo nato in associazione è il progetto “Amaranta – fuori dalla tratta”. Ubicato in un bene confiscato alla criminalità organizzata presso la marina di San Giorgio e concesso dal Comune di Bari e che prende vita per promuovere l’emersione e l’assistenza alle vittime di tratta. Gode della collaborazione tra l’associazione e la cooperativa sociale C.A.P.S. , la cooperativa sociale Artes, la associazione culturale Origens e dal Comune di Bari.
Si tratta della primissima esperienza di Drop House in Italia per l’emersione, il sostegno, e l’integrazione sociale di donne vittime di tratta, dentro una cornice più ampia di prevenzione e contrasto del fenomeno su scala urbana e si occupa di attività di contatto e di prossimità per mappare e “agganciare” donne vittime di prostituzione, offrendo attività di accoglienza diurna come centro di aggregazione, formazione e inserimento nel modo lavorativo e, in ultimo, attività di advocacy e comunicazione sociale attraverso campagne di sensibilizzazione urbana sul tema dlla tratta e dello sfruttamento sessuale in genere.
Queste le parole di Generosa Ottomano, coordinatrice dell’ associazione Micaela onlus – Puglia: “Sono profondamente appagata e soddisfatta per l’avvio di questa nuova e sperimentale azione per le donne vittime di tratta ma, allo stesso tempo, nutro un cruccio e un malumore perché l’esigenza di attivare nuovi progetti deriva dalla non diminuzione del fenomeno della tratta a scopo di grave sfruttamento sessuale in quanto, purtroppo, i servizi esistenti non sono ancora sufficienti a soddisfare tutte le esigenze e i bisogni sociali.”
Elena De Natale