Scuola, la Regione ricorre alla Consulta


La Regione Puglia non ci sta alla proposta del dimensionamento scolastico ‘suggerito’ dal Governo nella Legge di stabilità e ricorre alla Corte Costituzionale. La parte impugnata riguarda il dimensionamento scolastico e le disposizioni, tutte conformative in termini vincolanti delle potestà legislative e amministrative spettanti alle Regioni nella materia dell’ “istruzione”, devono ritenersi costituzionalmente illegittime.

La Regione Puglia quindi chiederà alla Consulta, come già proposto da altre Regioni, che sia dichiarata incostituzionale la norma statale che costringerebbe tra l’altro l’accorpamento di istituti scolastici sul territorio, causando disagi sia all’utenza che ai docenti.

Secondo l’assessore all’Istruzione, Sebastiano Leo “le decisioni arbitrarie e mai condivise con le Regioni da parte del Governo nazionale, e del Ministro Valditara in particolare, hanno con un colpo solo attaccato diversi principi primo tra tutti quello all’istruzione e all’uguaglianza con l’accorpamento in Puglia di circa 60 dirigenze. Non solo, colpisce anche le competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica, il principio di collaborazione e sussidiarietà, il rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola e delle disposizioni che regolano l’esercizio del potere sostitutivo. Ma quello che è più grave è che mentre il Governo stabilisce i tagli, le Regioni avranno l’onere di dover decidere quali. Forse il Governo intende avviare l’autonomia differenziata pensando di penalizzare il Sud e di scaricare le responsabilità sulle regioni? La nostra è una rivendicazione di uno dei principi fondamentali della nostra democrazia e della costituzione. È antitetico parlare di superamento delle povertà educative e dei gap sociali e tagliare sulla scuola, la nostra più potente arma contro le povertà. Nessuno toccherà la scuola pubblica, fulcro di democrazia”.In sostanza, con i nuovi parametri adottati per il dimensionamento scolastico, che fissano a 900 il numero minimo di studenti iscritti per assegnare l’autonomia giuridica a un istituto, le scuole con un numero più basso di iscrizioni potrebbero ritrovarsi accorpate, con un unico dirigente. A decidere comunque sull’assetto degli istituti scolastici, saranno in ogni caso in ultima istanza le Regioni, con una delibera da emanare entro novembre.

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