Spiegare ai ragazzi cos’è la mafia è difficile. A volte si rischia di usare le stesse parole, di fare voli pindarici solo per l’occasione. Ieri, invece, tutto questo non è accaduto. Anzi. Il dolore dei familiari delle vittime di mafia è stato toccante. Emozionante. Un’occasione, quella della Notte bianca della Legalità organizzata dall’amministrazione comunale di Modugno (grazie al supporto della consigliera Rosaria Vitrano e del neo assessore Apollonia Fragassi) per parlare di lotta alla mafia. Per raccontare cosa è il dolore di chi perde un figlio o un papà. Toccante il racconto di Lella Fazio che ha perso suo figlio Michele a soli 15 anni. Lella ha avuto il coraggio di perdonare e di ricominciare. Nello stesso quartiere dove Michele era stata vittima innocente. Il coraggio di perdonare, questo ha ripetuto. Un coraggio che invece, per sua stessa ammissione non ha avuto Pasqualina Ruffo che ha perso suo padre a soli 11 anni. Lui, ferroviere, non si è girato dall’altra parte, ha affrontato due rapinatori facendosi uccidere. Con un solo colpo al cuore. Alla manifestazione c’erano anche il direttore del carcere Manni di Bari ed Emanuele, responsabile della comunità Chiccolino. C’erano i responsabili del centro Semi di Vita di Valenzano. Un centro sorto su un terreno confiscato alla mafia. Gente piena di vita che insegna la vita, che insegna che dagli errori si può ricominciare e diventare persone migliori. C’erano i responsabili dei centri diurni modugnesi che si occupano di ragazzi e ragazze. Tutti i giorni, ogni ora. Con la stessa passione e dedizione. Ieri sono state tracciate le basi per scrivere l’agenda della Legalità 2024. È vero: la mafia è una montagna di merda. Bisogna scegliere da che parte stare, mai in bilico. Sempre a testa alta.