Un Consiglio comunale ad alta tensione, quello di Modugno durante il quale si è palesato un duro strappo e la maggioranza di 15 consiglieri, ne conta 2 in contrapposizione rispetto all’operato del sindaco Bonasia. A gridare il ‘non ci stiamo’ sono stati i consiglieri di Modugno Solidale (ex direzione futuro, lista del sindaco, da cui già diversi mesi fa si erano distaccati formando un gruppo autonomo) Antonello Chessa e Vincenzo Scelsi, che in aula hanno letto un lungo documento, attraverso il quale hanno denunciato alla cittadinanza il loro malessere. “Può darsi che lei signor Sindaco ci considera dei peccatori e che quindi dobbiamo scontare la pena sia di aver commesso il peccato originale (essere stati eletti quando Lei puntava nella sua lista su altri concorrenti) sia quando successivamente, come peccato mortale, ci siamo permessi di sfiduciare l’Assessore di riferimento”, affermando di non essere stati mai coinvolti, anche solo per mediare una possibile soluzione. Sul tavolo una mancata espressione all’interno della Giunta, del gruppo Modugno solidale che rappresenta una quota di voti sia al primo cittadino e che ai consiglieri stessi. “A nostro parere il metodo “nuova era”, a dispetto di quel che si afferma nello slogan, nella sostanza è un’applicazione apparentemente bizzarra del manuale (Cencelli ndr) poc’anzi citato applicato a liste civiche/elettorali e che sembra rispettoso di alcuni equilibri, riconducibili al comitivismo civico e non solo, sacrificandone scientemente altri”. Chessa e Scelsi proseguono: “In parole povere noi e i cittadini che crediamo di ben rappresentare chiediamo a Lei, e solo a Lei, il perché è stata sinora praticata la scelta non dotarci di una rappresentanza nell’esecutivo ostacolando di fatto il renderci partecipi e responsabili dell’attività di questa amministrazione” e incalzano “In nessun ente locale, regione o nazione vi sono forze di maggioranza sprovviste di rappresentanza nell’esecutivo. Sino a prova contraria in questi mesi siamo sempre stati costruttivi proponendole persone qualificate per la carica assessorile senza pretendere alcuna delega reclamando solo la partecipazione del nostro gruppo”.
Il primo cittadino Nicola Bonasia ha controbattuto punto per punto e spiegato: “La cosa che più mi dispiace è che il loro autonomo e volontario allontanamento dalla maggioranza, non è stato determinato da una visione contrapposta rispetto a particolari richieste programmatiche o a differenti visioni della città, quanto piuttosto dall’impossibilità tecnica di avere un “proprio” assessore in giunta. – e continua – Cedere a questo tipo di pressioni politiche significherebbe prestare il fianco a qualsiasi tipo di richiesta. Il nostro obiettivo, invece, è proprio quello di segnare il passo, di portare un cambiamento nell’atteggiamento politico rispetto a quanto solitamente avviene, anche a costo di rimetterci in termini di numeri in Consiglio, a vantaggio di chi reclama il proprio – egoistico – posto in poltrona. Al contrario, la nostra maggioranza è compatta e ben determinata, sempre aperta e fortemente inclusiva verso le proposte di chi vuole il bene della città, di chi abbia visioni che portino effettivi vantaggi alla comunità, al bene comune”. Il primo cittadino di fatto ha dichiarato che le parole del documento con cui si annuncia il netto “no” al bilancio “hanno definitivamente sancito una rottura”. Cosa significhi realmente lo vedremo dopo la pausa estiva, in ogni caso il bilancio è passato con soli 13 voti su 15 della maggioranza.