Buona ri-nascita a tutti noi.

VALENZANO – Gli addobbi e le luminarie che allestiscono le vetrine dei negozi, le strade e le piazze cittadine, ci comunicano che le festività natalizie sono ormai arrivate. Lo spirito del Natale infonde gioia a grandi e piccini, le vie delle città si riempiono di gente indaffarata a fare spese, gli studenti a scuola fanno il conto alla rovescia per godere della lunga, e forse meritata, pausa di fine anno.

Il Natale scandisce, come un grande orologio che segna il tempo, la fine dell’anno e l’inizio di uno nuovo e quindi, come nella natura degli eventi in dirittura d’arrivo, occorre fare un bilancio su ciò che è stato positivo e ciò che è stato negativo.

Il vero significato cristiano del Natale, legato alla nascita del bambin Gesù, è però la ri-nascita, si traduce in un chiaro messaggio di rinnovamento all’umanità con l’intento di superare le azioni passate che non sono state edificanti e guidare il proprio atteggiamento verso azioni migliori. Lo spirito del Natale porta, in generale, le persone ad assumere impegni di cambiamento.

Questa formula che predispone a propositi di rinnovamento dovremmo applicarla alle diverse sfere della vita, nonché alle istituzioni e strutture della società odierna, tanto dilaniata da storture che sembrano insuperabili. Innanzitutto, dovremmo partire dai propositi più evidenti a cui la società nel suo insieme ambisce, seppur nelle diverse sfaccettature, ossia la formazione delle nuove generazioni che rappresentano il futuro della società.

Il bisogno di formare le nuove generazioni a una vita sociale e politica (così come disposto dall’articolo 3 della Costituzione) si traduce nella pratica in uno svilimento del dibattito politico-culturale molto spesso ricondotto ai soli fini utilitaristici e personali e non diretto al “bene comune”, con una evidente prevaricazione del più forte sul più debole, che spesso finisce con l’essere il giovane. La scuola, in prima linea, deve rafforzare coscienza politica e sociale nei giovani, portandoli alla consapevolezza della propria identità di cittadino che opera per migliorare la società partecipando attivamente alla vita della realtà in cui vive.

Considerati gli ultimi eventi delinquenziali, che hanno visto protagoniste alcune comunità locali e la provincia, si rende sempre più urgente ri- considerare questi elementi di confronto del dibattito culturale, tra il vecchio e il nuovo, come indispensabili comportamenti che possano deviare il corso dei tragici eventi e portare alla costruzione di positive esperienze sociali e/o politiche scevre da ogni forma di collusione e/o “sospette infiltrazioni mafiose”.

L’esigenza di rinnovamento corrisponde alla necessità di formare i futuri elettori, le future classi dirigenziali, le future forze lavorative. Gli esiti di una indagine condotta da un’agenzia nazionale si riferiscono alla “lost generation” per descrivere una generazione smarrita e inattiva sulla scorta di un numero elevato di giovani (tre milioni tra i 18 e 35 anni) che non svolge attività lavorativa. Questi risultati comportano un dispendio di energie e intelligenze che si ripercuote quasi certamente sull’economia nazionale. Tale considerazione, supportata da un evidente distanziamento dei tempi tra la conclusione dei percorsi di studio e l’impegno lavorativo, affonda le sue radici nella generale ri-considerazione della formazione e del ruolo dell’istruzione e della cultura che meritano più attenzione nella gestione amministrativa sia a livello centrale che locale.

Dalla lettura della bozza di bilancio del nuovo governo assistiamo passivamente, se non con qualche accenno di natura sindacale, all’ennesimo ridimensionamento dei finanziamenti dedicati all’istruzione e alla cultura e ciò si traduce in una scarsa attenzione verso la formazione delle nuove generazioni. La scuola è fucina di cultura e se oggi dedicassimo più attenzione ai bisogni culturali della società del domani avremmo sicuramente le prospettive di una società migliore! Questo proponimento con spirito natalizio bisogna ricordarlo a chi oggi ci governa. E dunque, buona ri-nascita a tutti noi che crediamo nel futuro, buona ri-nascita a quelle comunità dilaniate dai dissapori, dalle cattive gestioni, soprattutto buona ri-nascita, ma che sia costruita sull’onestà, sull’impegno e sul sacrificio e che ci consente di poter guardare con fierezza dritto negli occhi i nostri ragazzi a cui dedicare un futuro migliore.

Mariella Morisco

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