Storia e bellezza: la chiesetta di Costantinopoli

La chiesetta della Madonna di Costantinopoli viene edificata nel 1859, dopo che i confratelli, superate le dovute insistenze presso la Casa Reale, ottennero per il tramite di Saverio d’Intine, la giuridica istituzione della Congrega. Lo stesso anno, sua Eccellenza Arcivescovo di Bari – Basilio Clarì, concesse da parte della Curia l’assenso alla costituzione della Confraternita e della costruzione della chiesetta.

La costruzione della cappella avvenne a Levante e venne affidata a Felice Lagioia, uomo di chiesa e titolare dell’omonima e riconosciuta impresa edile in Triggiano. I lavori durarono un anno e su un’area che in passato era accesso all’antico cimitero di S.M. Veterana.

E’ a una sola navata e misura 13 mt. di lunghezza per 5,10 mt. di larghezza. Possedeva un solo altare sul quale era posta una tela raffigurante S. M. di Costantinopoli dipinta dal nostro concittadino Giacinto Taccogna.

Nel dado d’ingresso, su quattro arcate, si leva una cupola ribassata che ospita sui quattro pennacchi pitture raffiguranti i quattro Evangelisti, purtroppo allo stato attuale maldestramente ridipinti. Quasi certamente sul finire del’900, la chiesetta a vano voltato, si ampliò in profondità, assorbendo un’area di pertinenza della chiesa Madre, che spostò la zona del presbiterio a ridosso del muro di confine con la cappella del SS. Sacramento. Tempo fa, in virtù della più non esistente Confraternita, su questo muro è stata aperta una porta comunicante con la cappella del SS. Sacramento; in modo tale da usufruire, in occasione di grandi eventi, di uno spazio molto consistente.

Considerando la facciata, diremo che essa si ispira allo stile Neoclassico e porta nel timpano l’effige della Madonna di Costantinopoli dipinta su rame. I due fianchi sono delimitati da lesene con capitello protodorico; su di essi e su modanature tondeggianti, scorre un fregio più volte ridipinto che, potrebbe occultare probabili decorazioni.

Nel mezzo della facciata, un piacevole e importante portale, riporta inciso sull’architrave in caratteri cubitali, “Congrega di S. M. di Costantinopoli”. Sulla parte attica costruita nei primi decenni del Novecento, sulla sinistra, si modella con bifora un elegante campanile a vela.

I confratelli vestivano l’abito composto dal sacco bianco con cappuccio, mozzetta rossa fregiata di nastri celesti e al collo un medaglione pendente in rame a sbalzo con l’immagine della Titolare.

La chiesetta si affianca alla canonica e alla chiesa Madre e, pertanto diventa parte integrante dell’ampio complesso architettonico, storico e archeologico di Santa Maria Veterana. Dall’interno della Cappella è stata riscoperta negli anni ottanta, una scala che porta ai ritrovati ambienti ipogeici Medievali per uso civile, con anfratti ad uso abitativo e domestico. Inoltre lo stesso percorso, immette a camminamenti che si irradiano sotto il tessuto urbano del centro storico di Triggiano, sino a congiungersi con un tratto dell’antico fossato che cingeva a protezione l’antica Trivianum.

Un percorso archeologico affascinante ed enorme attrattore storico e turistico.

Alla chiesetta sono legati ricordi e usanze del passato molto particolari, come quella che vedeva parte delle spese, per i festeggiamenti della Madonna di Costantinopoli e della Patrona, sostenute con il ricavato della vendita dell’olio di scolo raccolto nei tanti frantoi del paese.

La Madonna di Costantinopoli oggi sconsacrata, per la felice e centrale ubicazione, è destinata a perseguire la funzione di discesa al complesso ipogeico e a spazio destinato a conferenze, esposizioni ed eventi di carattere pubblico con enorme ricaduta socio culturale per il paese.

Enzo Di Gioia 

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