Passione in movimento: 30 anni di danza con Lucrezia e la “sua” Dimensione Danza

Una vita dedicata alla danza, alla formazione di giovani talenti e alla diffusione dell’arte coreutica nel territorio capursese. Un traguardo significativo per Lucrezia Cafarchio, la fondatrice e direttrice della Scuola di Danza “Dimensione danza”, che quest’anno ha celebrato i suoi 30 anni di attività. Lucrezia ha iniziato il suo percorso nel mondo della danza fin da giovanissima, portando con sé una passione e una dedizione che, nel corso degli anni, sono diventate il cuore pulsante della sua scuola.

Aperta nel 1994 a Capurso, “Dimensione danza” è diventata un punto di riferimento per aspiranti ballerini e ballerine della zona. Non è solo una scuola di danza: la scuola di Lucrezia è anche un luogo di aggregazione, dove si coltiva l’amore per l’arte e si creano legami profondi tra gli allievi.

Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di insegnante di danza?
Per un bel periodo della mia vita ho fatto la danzatrice, sono stata anche in tv, ho fatto Buona domenica però poi ad un certo punto ho sentito il bisogno di dare a qualcuno quello che io provavo ed ho sentito l’esigenza di insegnare.

Sono stata un’ allieva della “Rossana” , la prima scuola di danza in Puglia,  lì ho fatto l’esperienza di insegnare a bambine molto piccole e così ho scoperto la mia attitudine all’insegnamento, e di lì è venuta l’idea di aprire una scuola.

Quali sono state le sfide più grandi che hai dovuto affrontare nel corso della tua carriera?
Come amo sempre ricordare, una delle mie sfide più grandi è stato ottenere il permesso dai genitori di Giuseppe Spota affinché potesse prendere lezioni di danza.

Prima, era ancora molto radicata la mentalità che il maschio non potesse fare danza ed ora è un affermato coreografo e direttore artistico; Daniele Ardillo è il primo ballerino dell’ Arteballetto. Io ho avuto come allieva anche Maddalena Crovaglia, la velina di Striscia la notizia. Diciamo che grandi ostacoli non ce ne sono stati tantissimi. Più che altro gli ostacoli sono adesso perché i talent show danno una visione distorta della danza. Io ho sempre avuto insegnanti russi che mi hanno insegnato la disciplina, mentre in tv, ora, si vede qualcosa che, sicuramente attrae i ragazzi, ma è davvero ben lontana dalla idea reale di danza. Nessuno vuole più seguire il rigore della danza, ora è tutto più superficiale. I ragazzi non sono più disposti a fare sacrifici per studiare… io sono stata in tante parti del mondo: Francia, America, Polonia, Londra e mi sono sempre adattata anche facendo lavori per mantenermi agli studi; ora, invece, preferiscono comprare qualcosa di materiale e non mettersi i soldi da parte per pagarsi i corsi. Sto conducendo una mia piccola battaglia e, devo dire, che piano piano la sto vincendo: propongo ai ragazzi di andare a teatro non solo a guardare il balletto ma tutto quello che ruota intorno a questo mondo. La ritengo una cosa davvero importante per la loro formazione.

In questi 30 anni c’è  stato un momento che ricordi con particolare emozione?
Sì, senza dubbio quando nel 2001 la mia scuola di danza è stata invitata dal Vaticano per partecipare al Giubileo della danza come unica scuola pugliese. È stata davvero un’emozione meravigliosa ballare per papa Giovanni Paolo II.

Arriviamo ad oggi… premio “ Capursese dell’anno” per il tuoi trent’ anni  di carriera. Che emozione hai provato?
Sono stata molto felice, trent’anni di attività sono tanti e non è facile perché comunque ci sono delle difficoltà oggettive. Qui a Capurso ci sono ben cinque scuole di danza e, per tutti, diventa complicato andare avanti ma se ho raggiunto questo traguardo significa che il lavoro c’è.

Poi, per festeggiare questo importante anniversario, per il saggio di fine anno ho richiamato i miei ex allievi  per ballare nuovamente insieme e quest’anno faranno un corso di danza qui perché chi ha fatto danza per tanti anni difficilmente riesce a “staccarsi” e dimenticare.

Durante la premiazione hai raccontato che la tua scuola di danza ha partecipato ad un bando europeo e l’ha vinto. Di cosa si tratta?
L’idea mi è venuta quando ho visto che i miei allievi, pur vincendo borse di studio per fare esperienze all’estero, non potevano partire perché non erano in grado di provvedere al vitto e all’alloggio. Così ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa per loro e, grazie all’aiuto di Raffaella Rubino, che è stata davvero straordinaria, e a Eurodesk, abbiamo scritto un progetto che si intitola “I trent’anni di Dimensione Danza” e partecipato ad un progetto Erasmus Sportivo per permettere ai miei ragazzi di andare a studiare fuori senza spendere un centesimo.

Il progetto non riguarda solo la danza ma vivere il teatro a 360° imparando a capire anche come ci si muove dietro le quinte. Con mia grande gioia ci siamo classificati primi in Italia ed ora, undici ragazze della mia scuola Francesca Benevento, Giorgia Carocci, Claudia Cupertino, Alessandra De Marzo, Mara Loiotile, Luana Marangelli, Rossella Mazzoccoli, Anita Menga, Giorgia Ostante, Emily Pavone, Josephine Pepe, partiranno a marzo, per dieci giorni, in Germania, nel teatro di danza che dirige Giuseppe Spota.

La cosa interessante è che durante questo periodo le ragazze impareranno una coreografia e poi la riproporremo qui in Italia.

Nel riflettere su questi 30 anni di successi, Lucrezia lascia ai suoi studenti e alla comunità un messaggio profondo:“La danza è salvifica. Ci permette di esprimerci, di trovare una via di fuga dalle tante brutture del mondo. In un momento storico così complesso, credo che l’arte, e in particolare la danza, possa davvero salvarci, perché ci riconnette con la parte più bella e autentica di noi stessi.”

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