Il 6 novembre 2022, l’associazione “Giorgia e i gabbiani Aps” ha compiuto un anno, nel giorno in cui Giorgia Russo ne avrebbe compiuti 19. In suo ricordo, un evento dedicato alla donazione di organi riempie la sala polifunzionale della Biblioteca D’Addosio di Capurso. Tra gli ospiti presenti Raffaella Panessa giovane donna, dializzata in attesa di trapianto e Ivana Natilla trapiantata di reni. Testimonianze di un prima, dell’attesa, della speranza e del dopo, quando si rinasce. Ivana parla del suo angelo Onny, di cui era presente tra il pubblico anche la mamma; Raffaella, invece, aspetta il suo angelo da anni. Attenzione e commozione in sala, ma anche tanta stima e apprezzamento per queste donne che hanno la capacità di reagire con forza, finanche con umorismo riuscendo a sdrammatizzare sulla loro condizione fisica. Raffaella, dializzata, racconta di avere sete e spera un domani, al più presto, “di poter bere anche l’acqua del vaso dei fiori”. Ivana, invece, ha allargato la sua famiglia, ha conosciuto i genitori del suo donatore e oggi festeggiano insieme varie ricorrenze. A completare la serata l’intervento di Chiara Musajo Somma, Dirigente medico del Centro Trapianti Regione Puglia, una persona tanto professionale, quanto sensibile al delicato argomento della donazione. Lei che ha conosciuto Giorgia, ha spiegato la meravigliosa macchina, fatta di persone e mezzi, che si mette in moto quando arriva l’autorizzazione per un prelievo di organi. Una relazione sulla Rete Nazionale Trapianti, sulle funzioni del Centro Regionale Trapianti, sul processo di donazione-trapianto, lavoro che impegna numerose equipe di medici, infermieri, tecnici di laboratori e del centro trasfusionale e personale di sala operatoria, si stimano circa 200 risorse umane coinvolte. La incontriamo e ci facciamo raccontare di più.
Dottoressa, qual è l’attuale situazione nazionale e regionale circa la donazione di organi?
Attualmente in Italia si registrano circa 1500 donatori di organi in un anno, i trapiantati di organo sono oltre 3500 di cui il 90% torna alla vita normale, tuttavia sono circa 8200 i pazienti in attesa di trapianto ogni anno, di questi in Puglia sono circa 500.
L’attività di donazione in Puglia sta registrando notevoli progressi negli ultimi anni, il 2021 è stato l’anno in cui è stato effettuato il maggior numero di trapianti nella nostra regione, 123 trapianti cumulativi tra cuore, fegato e rene e quest’anno abbiamo già superato tale record, poiché ad oggi sono già stati realizzati 126 trapianti.
Durante il convegno si è parlato di un’equazione, cosa rappresenta?
L’equazione 1+X=7, lanciata dal Centro Nazionale Trapianti in occasione della 24ma Giornata Nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti, ci ricorda che ogni sì, ogni dichiarazione di volontà favorevole, può salvare fino a sette vite.
Quali sono le motivazioni che ancora frenano le donazioni, specie al Sud?
Le motivazioni sono molteplici, sicuramente uno dei principali motivi legati all’alto tasso di opposizioni è rappresentato dalla scarsa conoscenza del processo di donazione e delle modalità con cui viene certificata la morte. A questo si aggiunge, talvolta, una scarsa fiducia nei confronti del servizio sanitario. E’ necessario recuperare la fiducia dei cittadini mediante un’azione costante di miglioramento dell’assistenza sanitaria in genere, diffondendo la cultura della trasparenza, dell’efficienza e della qualità.
Abbiamo appreso di trapianti eccezionali, cosa si intende?
Durante la pandemia da Covid è stato effettuato il primo trapianto di utero in Italia avvenuto a Catania e il primo trapianto di polmoni in Europa su paziente Covid positivo a Milano; inoltre il Centro Nazionale Trapianti ha sviluppato il primo protocollo in Europa che ha reso possibile il trapianto di organi donati da pazienti positivi al Coronavirus dapprima a riceventi vaccinati e successivamente anche a riceventi negativi, senza alcuna trasmissione di infezione.
C’è un’età entro la quale si può donare?
Si può donare a qualsiasi età, anche se si soffre di patologie comuni in età avanzata, quali per esempio ipertensione o diabete, spesso il fegato è idoneo per trapianto. E’ importante quindi scegliere di dichiararsi non precludendosi la possibilità di farlo perché affetti da patologie preesistenti; è compito dei medici valutare l’idoneità dei donatori e dei singoli organi ogni volta che si rende disponibile un donatore. A tal proposito sottolineo l’eccezionalità degli ultimi trapianti di fegato, effettuati rispettivamente da un donatore di 97 anni che ha salvato la vita ad una paziente di 56 anni e di una donatrice di 100 anni.
Quale sarà il futuro dei trapianti, tra nuove tecnologie e nuovi metodi?
La sperimentazione nel campo della medicina e dell’ingegneria biomedica sta procedendo intensamente e sempre più frequentemente si sente parlare di xenotrapianto e di organi artificiali.
Nei mesi scorsi si è molto parlato del primo trapianto di cuore di un maiale geneticamente modificato in un paziente statunitense, eseguito a gennaio 2022. Il paziente, un uomo di 57 anni con una malattia cardiaca terminale non era stato ritenuto idoneo a un trapianto di cuore convenzionale da nessuna struttura sanitaria. Per questo, a dicembre del 2021 la Food and Drug Administration aveva concesso l’autorizzazione di emergenza a uso compassionevole per un intervento di xenotrapianto, che viene eseguito utilizzando organi, cellule o tessuti prelevati da esseri viventi di una specie diversa da quella del ricevente. In questo caso, un cuore di maiale geneticamente modificato. Il paziente è vissuto due mesi dopo l’intervento, fino all’8 marzo.
L’utilizzo delle stampanti 3d ha reso possibile realizzare un orecchio bio-stampato in 3D realizzato con cellule umane prelevate dal lobo dell’orecchio sano della paziente, ma la possibilità di utilizzare queste tecniche per poter realizzare organi vitali funzionanti è ancora lontana.
Xenotrapianti ed organi “artificiali” non rappresentano tuttavia, nel prossimo futuro, la soluzione al problema della scarsa disponibilità di organi per trapianto.
La tecnologia però ci sta fornendo nuovi strumenti che ci consentono di migliorare la qualità degli organi donati, grazie all’utilizzo delle “machine perfusion”. Queste macchine di “riperfusione” degli organi sono già in uso presso il Centro Trapianti del Policlinico di Bari e consentono di ridurre il cosiddetto danno da ischemia-riperfusione. La perfusione meccanica riduce significativamente il rischio del rigetto e della ritardata ripresa funzionale degli organi e di fatto amplia la possibilità di utilizzo degli organi dei donatori anziani o affetti da patologie preesistenti.
Cosa ci auguriamo per il futuro?
L’auspicio è che la terapia salvavita chiamata trapianto possa essere disponibile per tutti i pazienti in lista d’attesa. Per ottenere questo risultato è necessario ridurre la percentuale di opposizione alla donazione degli organi, sensibilizzando la popolazione. Abbiamo una percentuale complessiva di opposizione espressa in vita del 30%, ma per gli ultraottantenni la percentuale raddoppia. Dobbiamo imparare a informare meglio questa fascia di popolazione. Gli anziani non devono temere che i loro organi siano ormai inutilizzabili.
È importante che ciascun cittadino dia la sua disponibilità alla donazione, a prescindere dall’età e che tutti i cittadini riflettano sul carattere sociale della medicina dei trapianti, l’unico settore che si basa su un largo consenso sociale per il raggiungimento di risultati favorevoli. Se i trapianti rappresentano una realtà terapeutica a servizio della collettività, è grazie all’impegno della collettività stessa, con la sua partecipazione attiva e consapevole, che si possono ridurre i tempi delle liste di attesa.
Chiediamo a tutti i cittadini di non bloccare il progresso realizzato negli ultimi anni e di continuare a sostenere con fiducia la rete nazionale trapianti
Con l’introduzione della Carta d’identità elettronica la dichiarazione di volontà è diventata accessibile a milioni di cittadini, gli abitanti del Comune di Capurso hanno risposto positivamente in merito e dal 2015 si sono registrate dichiarazioni di volontà pari al 25% in più, un dato molto importante per la nostra comunità.
Positivi i feedback dei presenti, è emersa la mancata conoscenza di tanti processi ed è emersa la volontà di donare perché “donare i propri organi è un gesto sacro, è trasformare la propria morte in vita per la salvezza degli altri” dichiara Gabriella De Maglie mamma di Giorgia e presidente dell’associazione “gli occhi di Giorgia saranno lo stupore di sapere che il mondo è a colori , i suoi polmoni l’allegria di una passeggiata in bicicletta, i suoi reni un’ancora in un mare di paure e il suo cuore il nostro amore per l’intera umanità” aggiunge “dobbiamo solo ringraziare Giorgia di non aver portato i suoi organi in paradiso con lei”.