Trifone Gargano, tra gli appassionati dantisti, non ha certo bisogno di presentazioni. È un profondo conoscitore della Divina Commedia, di cui possiede a memoria i quasi 15.000 versi, al punto da potersi permettere di analizzarla da vari punti di vista e di parlare del Sommo Poeta addirittura con piglio comico e burlesco, soprattutto durante i suoi incontri letterari. Tutto risponde a una logica, però, stando a ciò che afferma, lui, il Professore, ossia l’ambizione di “demonumentalizzare” un’opera, per restituirla al volgo, salvo rischiare di essere percepita come ostica, lontana, adatta solo a un’elite intellettuale, altrettanto distante dalla realtà. L’ambizioso scopo si coglie nel suo libro “Dante Pop e Rock”, dal quale si evince la passione verso la ricerca accademiche di Gargano. Ecco allora che il lettore scopre i tanti “prestiti”, in termini di terzine dantesche, fatte alla musica italiana e internazionale. I versi dell’inferno, del purgatorio e del paradiso divengono il file rouge che unisce Venditti a Giovanotti, De Gregori a Capossela, Bennato a Guccini, così come, in ambito rock, si coglie quanto abbiano attinto a piene mani dalla Commedìa anche i Nirvana, gli Iced Earth, Bob Dylan, per citarne solo alcuni. E se le parole non bastassero, attraverso i QR presenti al termine di ogni riferimento musicale è anche possibile ascoltare i vari brani. Insomma, un modo leggero e chissà forse davvero il migliore, per garantire a una delle piu grandi opere della letteratura mondiale una lunga vita e un ancora più ampia divulgazione.
R.M.