Bitonto, il suo turismo alla Bit

Obiettivi e destagionalizzazione: il Comune di Bitonto e prodotti tipici del territorio.

«La Bit è una grande occasione per promuovere l’offerta turistica del nostro vasto territorio e per presentare il percorso che ci sta portando alla stesura del Piano strategico del Turismo – dichiara il sindaco Francesco Paolo Ricci –. Un momento di confronto su ampia scala che vedrà protagonisti Bitonto, Palombaio e Mariotto e le ricchezze storico-culturali ed enogastronomiche della nostra terra».

«Il 75% dei turisti – spiega l’assessora Schiraldi – seleziona come meta di vacanza una località rinomata per il cibo. Il turismo enogastronomico è strettamente legato al territorio e quindi è fondamentale riflettere su come connettere nell’ambito della fruizione i valori ambientali, culturali, sociali, storico-culturali congiuntamente a quelli produttivi».

«A Bitonto – prosegue l’assessora – il prodotto turistico enogastronomico si inserisce nel contesto di valorizzazione delle bellezze storico artistiche e culturali presenti nella città e nella sua area rurale, soprattutto a ridosso dei caratteristici borghi di Palombaio e Mariotto, crocevia dei due parchi, regionale di Lama Balice e nazionale dell’Alta Murgia.

L’esperienza enogastronomica di Bitonto ha origine antiche e le sue tracce sono ancora ben radicate: nel centro antico della città sono attivi numerosi forni a pietra, che in un tripudio imperdibile di sapori e di odori producono la focaccia della tradizione bitontina, taralli e pane. Da qui ha origine “Forni e Frantoi Aperti”, iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale, mettendo insieme la peculiarità dei forni con l’olio extravergine d’oliva, prodotto che da sempre rappresenta la città nel mondo con la sua cultivar unica denominata appunto “Cima di Bitonto”.

Insieme all’oleoturismo, che occuperà un posto centrale nel Piano strategico del turismo, protagonisti saranno anche tutti gli altri prodotti enogastronomici, a cominciare dal bocconotto, dolce tipico della città, la cui ricetta originaria è stata per anni custodita dalle suore benedettine del Monastero delle Vergini. Puntiamo così ad attrarre turisti e viaggiatori interessati a sperimentare un’esperienza alla scoperta della ricca tradizione enogastronomica locale, abbinata in chiave sostenibile a passeggiate lente per raggiungere aziende e masserie tipiche del territorio».

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