Gianluigi saulle fa strike nella sua vita

Eurice Kennedy Shriver creò Special Olympics nel ’68, negli Stati Uniti. La prima edizione si tenne a Chicago. L’organizzazione venne riconosciuta dal Cio. I World Games sono diventati, nel corso dei decenni, un punto di riferimento per le persone speciali. Poi sono arrivate le Paralimpiadi.

Ai World Games tenutisi a Berlino qualche giorno fa, quattro ragazzi italiani hanno conquistato la medaglia d’oro nel bowling. Con Giulio Bocchetti, affetto dalla sindrome di Down, con Michela Sassone e Silvia Cabrini, entrambe con gap psico-fisici, c’era un ragazzo di Capurso, Gianluigi Saulle. Un quartetto d’oro. Saulle, fra l’altro, ha conquistato l’argento nell’individuale ed ha rischiato di vincere ancora, in coppia con Bocchetti. Giulio e Gigi, nonostante il 6° posto, sono davvero andati vicini all’impresa, sfiorando ancora il gradino più alto del podio.

Insomma, nella capitale tedesca gli strike azzurri hanno stupito tutti. Birilli e avversari sono caduti sotto la implacabile palla con i tre fori.

* * *

Anche la giovane esistenza di Gigi è segnata da una palla da rincorrere. E da un continuo rincorrersi in cerca di un attimo di normalità, se non proprio di felicità. Che sia uno spicchio di una grande palla da basket o un birillo da abbattere con quella strana sfera con i buchi. Dopo la pallacanestro, Saulle, 23 anni, diplomatosi con 100, tiene a bada l’autismo anche con gli allenamenti oltre che con le sue altre passioni, il cinema e il collezionismo.

Una patologia terribile, l’autismo. Ma il destino (o chissà che) gli ha riservato una enorme forza d’animo. E una capacità di trasformare quella sfera di uretano in una grande valanga. Una valanga che al posto della neve ha i sorrisi.

Papà Francesco e mamma Patrizia hanno condiviso la storia di Gigi, della sua malattia, delle sue passioni, delle sue tristezze, dei suoi dolori e delle gioie. “Cominciammo ad avere sospetti quando aveva un anno: un deficit di attenzione che fa sorgere sospetti atroci, confermati – racconta il padre, bancario che vive e lavora a Capurso – da una telefonata che una mattina arriva dalla scuola dell’infanzia”. Poi, l’odissea nei mari sempre di bonaccia di una scienza che ben poco può contro l’autismo.

* * *

Lo sport fa bene. Fa star meglio, ma è una terapia che non guarisce. Il basket è il primo amore. Ma è un gioco di squadra, con regole piuttosto complesse, e Gianluigi non sempre riesce a metterle in pratica. «Ricordo i problemi nell’interpretare quella sui tre passi – spiega Francesco -. E quando i compagni cominciarono a passargli meno la palla, il ragazzo ne soffrì moltissimo. Si sentiva escluso».

Poi, la scoperta della straordinaria abilità col bowling, grazie a Saverio Giannini che nove anni fa propose il ragazzo a Pino Semplice, della Asd Barium. Il bowling ha il suo quartier generale nella zona lungo la strada che da Triggiano porta a San Giorgio. Gigi si ritrova. Lo sport è fondamentale nelle persone con autismo, che hanno una spiccata tendenza all’isolamento. E poi, interrompe il desiderio continuo di mangiare.

I birilli abbattuti portano Saulle a vincere a Ciampino, da dove spicca il volo per i Giochi nazionali di Montecatini, cinque anni fa. L’anno scorso Torino ospita la 37ª edizione. «Purtroppo – dice sconfortato il padre di Gigi – il Sud è sempre in ritardo: erano in tremila nello stadio Grande Torino, ma solo un atleta proveniva dalla Basilicata e 14 dalla Puglia”.

I Giochi, a qualsiasi livello, sono una festa, mai una competizione: «Mamma, io prendere 1» diviene il motto che riempie di lacrime di felicità il cuore di Patrizia e la ripaga di tanti sacrifici, compreso le dimissioni dal lavoro nel 2016.

L’anno scorso, il sindaco Michele Laricchia, con una apprezzabile intuizione, gli conferisce il premio di “Capursese dell’anno”. Quel premio che negli anni è andato a Luca Medici, a Nicola Lagioia, a Francesco Piciocco. «A me tremavano le gambe: sul un palco, davanti a tanta gente – ricorda il papà -. Lui invece sembrava a suo agio”. E l’altra sera, al tramonto di giugno, i volontari dell’Avis – invero, altra gente speciale -, insieme allo stesso primo cittadino, hanno premiato Gianluigi, orgoglio della comunità.

* * *

Alla vigilia dei Giochi mondiali, il bowler di Capurso si allenava due, anche tre volte alla settimana. C’è da giurarci che continuerà a farlo. Anche perché, molto lontana ma non proprio un miraggio, si staglia la torre Eiffel che dominerà i Giochi Paralimpici di Los Angeles. Gianluigi il suo muro di Berlino l’ha abbattuto. Chissà che un giorno non possa scalare la collina di Hollywood.

Vito Prigigallo

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO