La danza non è solo un’arte, ma una forma di espressione capace di trasformare sogni in realtà. Questo è ciò che stanno vivendo Elisabetta Guerra di 10 anni e Mattia Costanza di 12 anni, che con dedizione e passione sono riusciti a conquistare, rispettivamente, un posto nel Teatro dell’Opera di Roma e nel Teatro San Carlo di Napoli. Un traguardo importante per questi due giovani capursesi che, nonostante la giovane età, hanno già dimostrato un impegno e una determinazione fuori dal comune.
Fin da piccolissimi hanno scoperto un amore incondizionato per la danza, un’arte che li ha catturati e che ora rappresenta una parte fondamentale delle loro vite. I primi passi di danza li hanno mossi nell’ AcadeMiv di Ivana Fasano e Michele Tarantini, insegnanti capaci di riconoscere, sostenere e coltivare il loro talento naturale. Ore di prove, sacrifici, ma anche sorrisi e soddisfazioni: un racconto unico fatto di passione e voglia di migliorarsi.
Quando avete iniziato a ballare e cosa vi ha spinto a farlo?
E: Ho iniziato a ballare a 3 anni perché mi è sempre piaciuto ballare
M: Anche io ho iniziato a ballare a 3 anni e sono venuto in questa scuola di danza (Academiv) anche perché i miei genitori sono ex allievi
Cosa vi piace di più della danza e perché? E: Mi piacciono tante cose in realtà, l’emozioni che ci sono in sala con gli amici, e anche le correzioni che sono costruttive e, anche se alle volte difficili da accettare, ti aiutano a crescere
M: A me piace la semplicità ovvero quando una coreografia pur essendo complicata la si esprime in modo semplice
Cosa provate sapendo che presto andrete in una prestigiosa accademia di danza?
E: È una cosa davvero speciale per me, perché è il mio sogno da quando ero molto piccola anche se non mi aspettavo già a questa età di riuscirci quindi… sono un po’ emozionata!
M: È una cosa davvero speciale, io ed Elisabetta abbiamo fatto la prima audizione insieme, è stato un momento bellissimo e sapere che tra pochi giorni partiremo è una cosa bellissima.
Come vi sentite quando salite sul palco? E: Già durante le prove un po’ di ansietta mi viene perché riusciamo a capire quanto tempo abbiamo per i cambi e se ci ricordiamo tutte le coreografie… però poi quando salgo sul palco provo un senso di libertà.
M: Salire sul palco è una cosa fantastica e ti libera dai pensieri, spariscono tutte le altre persone ed entri in un mondo tutto tuo.
Quali sono i vostri sogni per il futuro? Vi vedete continuare con la danza da grandi?
E: Sicuramente raggiungere i miei altri obiettivi che sono molti tra i quali quello di diplomarmi per diventare una ballerina o una insegnante di danza
M: Io vorrei insegnare in una scuola prestigiosa di danza come quelle in cui andremo e se non succederà continuerò sempre e comunque a ballare perché è l’unica cosa che mi fa stare bene
C’è un ruolo o una coreografia che sognate di interpretare un giorno?
E: Sinceramente non saprei perché molte coreografie mi piacciono e non so cosa riuscirò a fare… è un po’ presto per dirlo adesso
M: Il “Corsaro” perché è bella e mi piace
Ed ora un piccolo messaggio a chi vorrebbe intraprendere il vostro percorso…
E: Arrendersi al primo inconveniente è la cosa più sbagliata che una persona possa fare… anche io ho avuto degli inconvenienti e non mi sono arresa perché quando hai una passione te la devi tenere bella stretta perché se la molli vuol dire che non ci tieni abbastanza!
M: Bisogna sempre coltivare i propri sogni e non bisogna crollare davanti alle critiche perché se ti piace veramente non bisogna arrendersi!
Dietro questi due giovani talenti c’è, però, una rete di supporto fondamentale: la famiglia che ha il caparbio, dolce e nostalgico dovere di aiutare Elisabetta e Mattia a inseguire i loro sogni con fiducia, sapendo di non essere mai soli anche se “sarà difficile non vederli gironzolare per casa” parola di mamma Maria Rosaria e mamma Grazia.
La strada che hanno davanti non sarà priva di sfide, ma questi due giovani talenti sono pronti ad affrontarle con la stessa grinta che li ha portati fin qui. Le accademie offriranno loro un ambiente stimolante e competitivo, dove potranno crescere non solo come artisti, ma anche come persone. Ognuno di loro rappresenta una promessa per il futuro della danza italiana, e le loro storie sono un esempio di come la passione e l’impegno possano aprire le porte anche agli obiettivi più ambiziosi.