Lotta alla mafia? “È possibile”. Partendo da noi

Tre sparatorie in una settimana, a Valenzano, Capurso e Gioia del Colle. Tutte per strada, in un orario in cui c’è gente. Sempre nella stessa settimana, quella appena passata, il candidato sindaco al Comune di Valenzano Tonio de Nicolò ha ricevuto una lettera minatoria.

Episodi che devono far riflettere. Cosa sta succedendo? Dalla sua pagina Facebook il sindaco di Capurso Michele Laricchia invita ad una riflessione. ” Dovremmo interrogarci e chiederci – scrive il primo cittadino- se nel quotidiano mettiamo in atto tutto ciò di cui siamo capaci per incidere sul disagio sociale alla base di ogni episodio criminoso. E se fino a oggi abbiamo girato la testa adesso è il momento di darci da fare perché episodi come questo non si ripetano mai più”.

“Darci da fare”. Un monito. Un appello. Accorato. Civitaslab ha sentito la referente del presidio di Libera Valenzano “Nicola Ruffo” Anna Lamacchia. Una chiacchierata in vista anche della giornata contro tutte le mafie. Il 21 marzo. Un 21 marzo in cui riempiamo pagine di giornali e scriviamo, facciamo esempi. Ci siamo appuntamento all’anno successivo con i buoni propositi. La domanda è sempre la stessa? Cosa possiamo fare noi cittadini? Episodi, quelli dell’ultima settimana che seppur slegati fanno paura. “Libera è un presidio si legalità. Cosa può suggerire alle istituzioni?”. Partiamo da questa domanda.

“Libera è una rete di associazioni e realtà  – ci spiega la referente Lamacchia – che si impegnano ogni giorno per sensibilizzare la cittadinanza su tematiche quali la legalità, la giustizia sociale e la lotta a mafie e corruzione. L’unico consiglio che penso di poter dare alle istituzioni è quello di continuare a sensibilizzare e formare sempre di più i cittadini su queste tematiche, anche con eventi pubblici. Partendo dalle scuole, il luogo di formazione per eccellenza, in cui sono fondamentali materie quali l’educazione civica al fine di insegnare ai più piccoli il rispetto per l’altro, per l’ambiente e per la comunità. Perché la cultura e l’educazione alla legalità sono gli unici anticorpi di cui la collettività si può dotare contro il dilagare della corruzione, dell’illegalità e quindi della criminalità”. E torniamo ai buoni propositi. Un presidio di Libera in ogni città. Si può. Eccome.

“Libera – aggiunge Lamacchia-  è presente in moltissimi paesi e territori a livello nazionale, oltre che in coordinamenti provinciali e regionali. Siamo aperti ad accogliere e aiutare qualsiasi cittadino che voglia impegnarsi per la costruzione di orizzonti di giustizia sociale a formare un presidio di Libera nel suo territorio. Proprio qualche giorno fa sono nati due nuovi presidi in Puglia: Barletta e Castellana Grotte”.

C’è poi un’altra questione. Il 21 marzo è solo una celebrazione? “È importante – ci spiega Lamacchia – partire dal nome perché la risposta è tutta lì. Non ci può essere memoria slegata dall’impegno, altrimenti resta una sterile commemorazione. Non basta commuoversi ricordando le storie delle vittime innocenti delle mafie, bisogna muoversi, agire, impegnarsi. Bisogna capire che la mafia, e in generale l’illegalità, è un problema che riguarda l’intera collettività. Una volta acquisita questa importante consapevolezza, si deve prendere una posizione, non si può restare indifferenti o girare la testa dall’altra parte”. Una questione non solo di slogan. Lamacchia aggiunge: “lo slogan scelto per quest’anno è infatti “È possibile”, perché sappiamo che “è possibile” superare questa fase oscura se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà”.

Grazie Anna. Grazie per questo contributo. Affinché nessuno di noi si volti dall’altra parte. Cosa possiamo fare in concreto?

Libera – lo ricordiamo – promuove una serie di eventi ed iniziative al fine di sensibilizzare la comunità su questi temi. Negli anni sono stati organizzati eventi aperti alla cittadinanza, biciclettate tra i beni confiscati, campi estivi di formazione indirizzati ai giovani. Da gennaio, per esempio, è stato organizzato un laboratorio sulla memoria delle vittime innocenti delle mafie con una classe quinta della scuola elementare “Papa Giovanni XXIII” di Valenzano. Giovedì 23 marzo, è in programma un evento pubblico (“Comunità fragile: maneggiare con cura”) in cui sarà analizzato e ricostruito dal punto di vista storico e sociale il fenomeno della criminalità organizzata sul territorio di Valenzano con l’aiuto di un criminologo barese, Domenico Mortellaro, partendo dalle inchieste che l’hanno vista protagonista negli ultimi vent’anni.

 

 

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