“Giuseppe è il mio Billy Elliot. Mi sono accorta della sua straordinaria vena artistica sin dal primo giorno in cui è entrato nella mia scuola. Lo ricordo ancora: leggins di sua madre, calzini bianchi, paffutello e un po’ impacciato. I suoi occhi splendevano di una luce unica, la sua emotività e amore per la danza rendeva unico anche un movimento tecnico sbagliato. Sapevo che quel ragazzo un giorno sarebbe diventato un meraviglioso cigno. Lo scoglio più grosso è stato il suo papà, persona meravigliosa, ma poco propensa alla danza. Ricordo che veniva a cercarlo nella mia scuola ed io ero costretta a nascondere Giuseppe nel mio spogliatoio. Ma alla fine ha dovuto arrendersi, Giuseppe era nato per la danza. Dopo numerosi Concorsi Nazionali vinti arriva la svolta a Firenze. Cercavano un solo danzatore e dopo ore ed ore di audizione chi scelgono? Il mio Billy Elliot. Lo scorso 15 gennaio sono volata a Gelsenkirchen per assistere alla Prima del suo “Odysseus”, è stata una delle serate più emozionanti della mia vita. – Lei è stata la mia prima insegnante – questo teneva a dire a tutti quella sera ed io piangevo di gioia. Giuseppe non è solo un grande coreografo e direttore artistico è, anche, un grande uomo che non ha mai dimenticato le sue origini. AD MAIORA “PSYCO” ( lui sa il perché)”.
Queste sono le parole di Lucrezia Cafarchio, prima insegnante di danza di Giuseppe Spota, danzatore e coreografo di fama internazionale e “capursese doc” che ho avuto il piacere di intervistare, in una gradevolissima conversazione telefonica…
Giuseppe, come è nata la passione per la danza tanto, poi, da trasformarla nella tua professione?
Da quanto mi raccontano i miei genitori, anche da piccolino, ho sempre ballato. È una passione che è nata con me e che pian piano ho portato avanti. All’inizio non è stato facile, negli anni ‘90, al sud, non era semplice per un ragazzino indossare la calzamaglia, per questo, in un primo momento, invece di prendere lezioni di danza ho fatto scherma ma, poi, sono andato da Lucrezia (Cafarchio nrd)
Sei un vero e proprio “cittadino del mondo”… Nei tuoi lavori quanto influisce la tua “essenza italiana”?
In alcuni pezzi c’è stata un’influenza, una ispirazione, soprattutto a livello musicale e, qualche volta, anche nei costumi. Siamo quello che viviamo. Io però sono stato in Puglia sino all’età di quindici anni, poi a sedici ho fatto un percorso diverso e a diciasette sono andato via, quindi abbastanza presto…
A proposito di Capurso… Hai modo di ritornare nel nostro paese e cosa fai quando sei qui?
Riesco a venire d’estate, in modo tale da potermi trattenere un po’ più a lungo, perché durante il resto dell’anno mi diventa sempre troppo complicato. Passo il tempo andando al mare e mangiando perché qui in Germania non abbiamo il mare e non c’è il sole pugliese che mi ricarica. A Capurso, poi, ho la mia migliore amica con la quale trascorro molto tempo e poi sono con i miei genitori che non riesco a vedere sempre, anche se loro, la maggior parte delle volte, cercano di venire per le première più grandi, tipo ad ottobre e gennaio.
Ci vuoi raccontare del tuo ultimo lavoro “Odysseus”?
Mi sono fatto ispirare molto dal periodo che stiamo vivendo e Odysseus, l’ultima produzione che ho creato insieme a Felix Landerer, è basato su quanto ognuno di noi venga, molto spesso, influenzato da determinati accadimenti e dagli idoli che, a volte, possono essere sbagliati.
Arte e cultura valori imprescindibili nella società odierna…
L’arte, alcune volte, erroneamente, è considerata “old fashion” quando in realtà è in continua evoluzione. Io insieme a tanti miei colleghi stiamo cercando di apportare proprio un “upgrade” grazie alle influenze che avvengono “mischiando” i vari settori; ad esempio prendo ispirazione dalle luci, dalle installazioni, dai set design… Abbiamo il compito e il dovere morale di non far dimenticare l’arte.
Vuoi lasciare un messaggio ai giovani danzatori che provengono dalla piccola provincia e sognano di diventare dei danzatori e magari, perchè no, coreografi come te?
Bisogna essere determinati. In questo momento ci sono tanti danzatori, ma ci sono anche tanti coreografi che cercano danzatori determinati, che hanno ben chiaro il loro obiettivo.
Continuate a sognare e a provarci con determinazione!
Elena De Natale